lunedì 28 gennaio 2013

Europei 2013: analisi e commenti


Un trionfo.
Seconda nel medagliere (dietro all'inarrivabile Russia) con un oro e due bronzi, l'Italia raggiunge nuovamente le tre medaglie in una singola edizione (dopo Helsinki 2009, tre argenti) e scrive la storia: l'immagine di questo indimenticabile campionato continentale, infatti, non può che essere dedicata a loro, Stefania Berton e Ondra Hotarek, che hanno regalato ai nostri colori la prima medaglia di tutti i tempi nelle coppie d'artistico.
Ma andiamo con ordine, e analizziamo la kermesse di Zagabria categoria per categoria (qui tutti i risultati).

Coppie d'artistico
Come appena scritto, Stefania e Ondra hanno portato a termine un autentico capolavoro. Complici (ma neanche troppo) il programma non brillantissimo di Stolbova/Klimov e soprattutto la preoccupante, marcatissima involuzione di Kavaguti/Smirnov, sono riusciti a salire sul terzo gradino del podio con due esecuzioni strepitose, macchiate (se così si può dire) da un solo errore: la caduta di Stefania sul triplo Salchow del programma libero. Per il resto, tutto pressoché perfetto.
Volosozhar/Trankov hanno meritato l'oro (a Maxim, che ha perso il padre una settimana fa, tutto il nostro affetto per il coraggio dimostrato), mentre Savchenko/Szolkowy sono stati più fallosi del solito (anche Aliona è caduta sul triplo Salchow, che Robin ha atterrato solo doppio) e si sono dovuti accontentare dell'argento.
Sorprendenti (sotto tutti i punti di vista) i francesi James/Ciprès, che hanno conquistato un meritatissimo quarto posto e mi hanno fatto tremare non poco in attesa del punteggio di Stefania e Ondra.
Infine, un plauso a Nicole Della Monica e Matteo Guarise che, grazie al nono posto ottenuto, hanno garantito all'Italia tre coppie d'artistico per la prossima edizione degli Europei.

Coppie di danza
Podio secondo pronostico (o quasi): Anna Cappellini e Luca Lanotte hanno conquistato un ottimo bronzo, nonostante la sensazione che le giurie abbiano voluto iniziare il "processo di avvicinamento" a Sochi 2014 nei confronti di entrambe le coppie russe, assegnando punteggi che in questa stagione mai erano stati raggiunti, al contrario di quelli comminati ad Anna e Luca. Devo peraltro ammettere che Bobrova/Soloviev (oro) e Ilinykh/Katsalapov (argento) sono stati impeccabili in entrambi i programmi, mentre Anna e Luca hanno dichiarato di aver commesso qualche piccolo errore nella Short Dance.
Altre note di cronaca: bravissimi gli inglesi Coomes/Buckland (velocissimi nei lift), e decisamente migliorate entrambe le coppie allenate da Barbara Fusar Poli: Kolbe/Caruso (battenti bandiera tedesca), ottavi, e Guignard/Fabbri, noni. Anche in questa disciplina, inoltre, l'Italia il prossimo anno avrà tre sodalizi a disposizione.
Infine, un tributo alla nostra grandissima Paola Mezzadri, che dal 2000 in poi è riuscita a piazzare sul podio tutte e tre le coppie di punta di casa nostra. La danza sul ghiaccio, in Italia, porta il suo nome.

Singolo maschile
Cercando di dimenticare (e in fretta) quanto fatto dai nostri atleti (Paolo Bacchini ci ha provato, Paul Bonifacio Parkinson neanche quello, a cominciare dall'atteggiamento quasi fanciullesco con cui sembra abbia affrontato la rassegna continentale), concentriamoci sul vero protagonista della competizione: lo straordinario, incommensurabile, strabiliante Javier Fernández, capace di atterrare tre perfetti quadrupli e di sciorinare, finalmente, un programma eccezionale. Portando la Spagna a conquistare la sua prima medaglia nella storia (in qualsiasi disciplina), Javier ha sgretolato il record europeo superando i 270 punti complessivi (terzo atleta al mondo, dopo il canadese Chan e il giapponese Takahashi): senza quei piccoli errori sull'arrivo della prima combinazione e sul Flip della combo a tre salti (doppio anziché triplo), credo avrebbe tranquillamente superato i 100 punti di TES nel programma libero. Un mostro di bravura, insomma.
Un Florent Amodio in forma ha conquistato un meritato argento, mentre Michal Březina, più che finalmente e con mia immensa gioia, è riuscito a salire sul podio, sopravanzando il grande "vecchio" Joubert e il sorprendente russo Maxim Kovtun, quinto.
In ultimis, una considerazione sulla delusione più grande di questo campionato: Tomáš Verner. Campione d'Europa proprio a Zagabria cinque anni fa, mi ha ricordato l'Alissa Czisny degli ultimi Mondiali: smarrito, senza alcun briciolo di forza reattiva, ha inanellato una serie sconvolgente di errori finendo addirittura undicesimo. Tomáš, per cortesia ammetti a te stesso di avere un problema e affidati ad un valido mental coach: vogliamo rivederti presto più forte di prima!
Ah, giusto, c'era anche Plushenko. Qualcuno se n'è accorto? Io, personalmente, no. Ritiratosi per presunti motivi medici (senza peraltro aver consultato Mishin, il suo allenatore) dopo un corto ben al di sotto delle aspettative, è ripartito per la Russia da vera star, con buona pace di chi il biglietto l'aveva pagato solo per vedere lui, lo "zar". Da uno dei più forti pattinatori di tutti i tempi, mi aspetterei atteggiamenti meno divistici e più orientati all'unica, vera caratteristica degli autentici campioni: l'umiltà.

Singolo femminile
Che peccato!!!
Con Carolina giunta al suo quinto oro europeo, sono forse impazzito a dire così? Assolutamente no. Anzi, dirò di più: avrei tranquillamente scambiato l'oro di Carolina con un argento a condizione che sul podio ci fosse anche salita la nostra straordinaria Valentina Marchei. Questo è l'unico grande rammarico di questa peraltro indimenticabile edizione degli Europei.
Valentina ha pattinato un corto memorabile e si è posizionata terza approfittando degli errori della Tuktamysheva (quarta), tutto ciò mentre Carolina cadeva (udite, udite...) sul secondo triplo Toe-loop della combinazione e cedeva il primo posto ad una straordinaria Sotnikova.
Nel Free si ristabilivano, per fortuna e purtroppo, le gerarchie, con Carolina che doppiava entrambi i Salchow ma interpretava in modo magistrale il suo Bolero, la Sotnikova che commetteva un paio di gravi errori, e la Tuktamysheva che chiudeva con un libero tecnicamente impeccabile; Valentina, quarta, non ha però nulla, ma proprio nulla, da rimproverarsi: ha eseguito un programma splendido, abbattuto il suo personale di ben tredici punti e superato il tetto dei 170 complessivi. Insomma, più di così non avrebbe davvero potuto fare.
Dietro i binomi italiano e russo, il vuoto: le sorelle Helgesson hanno ceduto il passo nel lungo, mentre la Gosviani ha confermato di avere i numeri giusti per sfondare (anche se la concorrenza in casa Russia è davvero spietata) conquistando un ottimo sesto posto davanti alla bravissima Sonia Lafuente, che ha ratificato il momento d'oro del pattinaggio spagnolo.
Assente ingiustificata la Gedevanishvili, bronzo lo scorso anno, incappata in uno dei suoi momenti di vuoto totale e crollata fino alla quattordicesima posizione.
In ultimis, lasciatemi sottoscrivere le parole pronunciate ieri da Franca Bianconi sull'esercizio della nostra penta-campionessa continentale: se riuscirà a reggere il ritmo nella seconda parte (dove sabato è apparsa visibilmente provata), si potrebbe scrivere una nuova pagina indelebile nella storia del pattinaggio, ovvero il Bolero 2 di Carolina Kostner, dopo quello da brividi dei grandissimi Jayne Torvill e Christopher Dean.

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