domenica 10 febbraio 2013

Four Continents 2013: analisi e commenti


Come già fatto per gli Europei di Zagabria, analizziamo seppur meno dettagliatamente quanto accaduto ad Osaka nel weekend appena conclusosi, categoria per categoria. Qui tutti i risultati in dettaglio.

Coppie d'artistico
Secondo pronostico, lotta tutta canadese tra Duhamel/Radford (primi nello Short) e Moore-Towers/Moscovitch (primi nel lungo) risolta a favore dei primi grazie, essenzialmente, ai tripli Lutz ben atterrati nel programma corto: alla fine la differenza è stata di poco meno di due punti e mezzo, con i Components nettamente a favore dei secondi, che senza la caduta sul secondo lanciato del libero avrebbero probabilmente vinto.
Lontanissimi i terzi classificati, gli statunitensi Castelli/Shnapir, mentre hanno deluso (e non poco) i cinesi di nuova formazione Peng/Zhang.
In prospettiva Mondiali: salgono le quotazioni di entrambe le coppie nordamericane che potrebbero insidiare Bazarova/Larionov e i rientranti Pang/Tong per il bronzo.

Coppie di danza
Si confermano Davis/White (che noia...) davanti a Virtue/Moir (che noia...), capaci di non perdere la concentrazione dopo un'interruzione di circa tre minuti per i forti crampi accusati da Tessa.
Terzi (ma con il quinto Free) Chock/Bates, davanti ai fratelli Shibutani e ai canadesi Gilles/Poirier, autori di uno splendido segmento lungo di gara.
In prospettiva Mondiali: ennesima lotta tra statunitensi e canadesi per l'oro, mentre le altre coppie dovranno presumibilmente accontentarsi delle posizioni di rincalzo (oltre la settima, per intenderci).

Singolo maschile
La gara che non t'aspetti, in tutto e per tutto.
Vince il simpatico canadese Kevin Reynolds, autentica macchina da salti (anche se a me i suoi quadrupli sembrano quasi sempre sottoruotati...), che precede uno "svogliato" Yuzuru Hanyu e un sorprendente Han Yan, da me colpevolmente bypassato nelle previsioni.
Ottimo quarto l'esordiente Max Aaron (autore del secondo Free), davanti al brillante connazionale Richard Dornbush.
Solamente settimo il deludentissimo (e delusissimo) Daisuke Takahashi, ancora più indietro il kazako Denis Ten (dodicesimo).
In prospettiva Mondiali: aria di crisi per il Giappone, dilemmi a non finire per gli USA (Aaron e Miner per me non rappresentano assolutamente la scelta migliore), Cina sugli scudi (Nan Song buon sesto) e Canada che gongola, pregustando una peraltro difficilmente realizzabile doppietta a marzo. A questo punto, posso dirlo? Javier Fernández per me è il favorito, Patrick Chan permettendo.

Singolo femminile
Se Mao Asada ai Mondiali sarà quella del programma corto, tutte le altre (Yu-na compresa) lotteranno per l'argento. Non che nel libero abbia deluso: diciamo che ha "pasticciato" parecchio ottenendo più o meno lo stesso punteggio di Carolina agli Europei, ma con un programma incredibilmente più complesso dal punto di vista tecnico. In ogni caso, il triplo Axel atterrato da Mao nello Short era a dir poco imperiale.
Dietro di lei, a debita distanza, Akiko Suzuki, autrice di un'ottima doppia prova; terza, a completamento dell'en plein giapponese (peraltro più che prevedibile), Kanako Murakami.
In quarta posizione un'ottima Christina Gao, davanti alla bravissima Zijun Li (complimenti a Laura per il pronostico) e a una più che discreta Gracie Gold.
In prospettiva Mondiali: tutto confermato rispetto al post di dieci giorni fa circa, ma con Mao e il suo triplo Axel che scalano prepotentemente la vetta delle favorite.

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